Diamanti Roma: da cosa deriva la brillantezza dei diamanti

Diamanti Roma: da cosa deriva la brillantezza dei diamanti

Diamanti Roma: il diamante è da sempre considerato la gemma più preziosa, e una delle sue caratteristiche principali è la brillantezza.

Non a caso il modo in cui viene riflessa la luce è anche un sistema per valutarne l’autenticità.

Ma perché un diamante è così brillante? Vediamo insieme che cosa lo rende così lucente.

 

La brillantezza dei diamanti

Ciò che conferisce brillantezza a un diamante non è tanto la sua natura, ma il taglio.

Un diamante, in sè per sè, non brilla, ma riflette la luce, generando un bellissimo scintillio.

Il taglio identifica il modo in cui viene tagliato il minerale grezzo per ottenerne la gemma.

La sua importanza è cruciale: solo una corretta disposizione di tutte le facce del cristallo è in grado di dar vita ai tanto amati giochi di luce.

Il taglio aumenta il valore complessivo e la quotazione diamanti e ne amplifica qualità e bellezza.

Il taglio rotondo è quello maggiormente usato, e caratterizza più della metà dei diamanti oggi in circolazione.

Esso è suddiviso in 58 facce fra corona, cintura e padiglione, dal cui rapporto emerge la massima brillantezza possibile.

 

Riflessione e rifrazione del diamante

Soltanto una piccola parte della luce che entra nel diamante viene riflessa, ma ciò è sufficiente per farlo brillare.

Quando la luce colpisce un diamante ben tagliato, rimbalza sulle facce interne del cristallo prima di raggiungere i nostri occhi, dando l’impressione che esso brilli di luce propria.

I materiali trasparenti infatti hanno un angolo critico, in cui la luce si riflette internamente sulla superficie, e a seconda della loro forma, possono creare diversi giochi di luce.

Per questo motivo il taglio è così importante: se è troppo profondo o poco profondo, la luce verrà persa, mentre se vi è anche la minima asimmetria, la luce non si rifrangerà nel modo corretto.

Ci sono però anche altri due elementi che hanno un ruolo chiave nella brillantezza del diamante: l’assenza di opacità e di impurità.

Una buona conservazione delle gemme è ciò che consente di non incorrere in questi problemi ed ottenere la migliore valutazione diamanti.

Vediamo insieme in cosa consistono e come evitarli.

 

Come mantenere i diamanti in buono stato

La conservazione dei diamanti è essenziale, soprattutto se si prevede di rivenderli.

Solo una gemma perfettamente conservata e lucida può avere valutazioni positive.

Ci sono diversi accorgimenti per evitare che un diamante si opacizzi, uno di questi è indossarlo esclusivamente in occasioni speciali, evitando di esporlo ad agenti chimici, come i prodotti per le pulizie, oppure il sale dell’acqua di mare, tutti elementi che possono comprometterne la brillantezza.

Anche il sudore, d’altra parte, può renderlo opaco nel tempo, ragion per cui l’ideale è non indossare i diamanti troppo a lungo.

Se ormai il danno è fatto, si può pulire il diamante immergendolo in una vasca con acqua e sapone o bicarbonato di sodio, per poi asciugarlo con un panno morbido.

In teoria, per una conservazione perfetta dei diamanti, sarebbe opportuno lavarli almeno una volta alla settimana.

Chi cerca di vendere le proprie gemme a un compro diamanti Roma, dovrebbe sempre valutarne la brillantezza e lo stato di conservazione, prima di procedere.

Una buona valutazione dei diamanti non può prescindere dall’osservazione della sua lucentezza.

Il nostro Gemmologo di Roma è in grado fare una valutazione gratuita sui diamanti, anche a vista, soprattutto se questi sono perfettamente puliti.

 

La durezza dei diamanti

Il diamante ha la fama di essere indistruttibile, ma è proprio così?

Quel che è certo, è che si tratta del minerale più duro che esista, come si evince dalla scala di Mohs, che descrive la durezza dei materiali in base alla possibilità di scalfirli:

  • Talco
  • Gesso
  • Calcite
  • Fluorite
  • Apatite
  • Ortoclasio
  • Quarzo
  • Topazio
  • Corindone
  • Diamante

Il principio della scala di Mohs è che ogni materiale scalfisce il precedente ed è scalfito dal successivo.

Il diamante è il più resistente; infatti ,come si può vedere, è all’ultimo posto.

Il primo materiale, il talco, può essere scalfito con un unghia, mentre il diamante non può essere rigato neanche da una punta in acciaio, ma soltanto da un altro diamante o da uno strumento composto da polvere di diamante.

Tuttavia, anche il diamante, in certe occasioni, può essere danneggiato, talvolta anche in maniera irrimediabile.

Se un diamante viene urtato in un punto specifico, in gergo tecnico si definisce nella direzione dei piani di sfaldatura, questo può rompersi o incrinarsi.

Per questo motivo, a volte basta anche una pressione modesta per dividere in due il prezioso cristallo.

É quindi fortemente consigliato non indossare i diamanti mentre si pratica sport o mentre si compiono lavori che potrebbero provocarne accidentalmente la rottura.

Chi vuole vendere, acquistare o investire in diamanti può rivolgersi all’Istituto Gemmologico Roma, e richiedere una valutazione gratuita, senza impegno e previo appuntamento..

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